Spresiano (Treviso)

E’ partita oggi a Lovadina di Spresiano, cittadina a pochi chilometri da Treviso, la realizzazione del nuovo Velodromo che ha tutte le carte in regola per diventere un gioiello impiantistico internazionale per il settore. A dare ufficialmente il via ai lavori sono stati il Presidente del Veneto, Luca Zaia, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, il Presidente del Coni Giovanni Malagò e il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco e quello del Comitato Veneto, Igino Michieletto.

  La struttura sarà realizzata in un’area di 85 mila metri quadrati, occuperà quasi 30 mila metri quadrati di superficie e sarà pronta in 18 mesi. Un sogno coltivato da oltre trent’anni dalla famiglia di Remo Mosole e negli ambienti dello sport e pedale veneto e trevigiano, che finalmente sta per diventare realtà.

  “E’ una grande soddisfazione perché siamo arrivati ad un punto fermo e di partenza – ha sottolineato dal canto suo il Presidente Renato Di Rocco – . Avendo a che fare con imprenditori seri sono convinto che questa volta riusciremo a spuntarla prima del previsto. E’ stata una storia lunga legata alla burocrazia e la Federazione ha gestito in prima persona direttamente e siamo contenti che tutto si sia risolto nella maniera migliore. Un grande grazie lo rivolgo al Sottosegretario Giorgetti perché effettivamente c’è stato sempre dall’inizio alla fine e mi auguro che ci sia anche il giorno dell’inaugurazione”.

  “I sogni – ha detto Zaia ringraziando la tenacia di Remo Mosole e di quanti lo hanno sostenuto e affiancato – camminano sulle gambe e la volontà degli uomini, ed è quello che è successo qui. Il Veneto, per antonomasia terra di sportivi, di ciclisti, di appassionati, è orgoglioso di essere protagonista di quella che è una vera e propria svolta storica dell’impiantistica sportiva del ciclismo nazionale, dopo i fasti del mitico Vigorelli di Milano, e sta per diventare una delle capitali mondiali di questa disciplina spettacolare e amata da esperti e non”.

  Soddisfatto ma un pochino commosso Remo Mosole. “Finalmente il sogno si avvera – ha ricordato evidenziando i numerosi passaggi burocratici che le procedure hanno dovuto affrontare – e ora avanti tutta affinché la date per la completa realizzazione siano rispettate. Sarà un impianto che molti ci invidieranno”.

  “Scriviamo la storia dell’impiantistica dedicata alla velocità – ha aggiunto il Governatore del Veneto che è da sempre un grande appassionato di ciclismo – dopo che grandi atleti veneti hanno scritto quella delle vittorie con già 31 medaglie olimpiche, mondiali e europee sul petto. I meno giovani non hanno di certo dimenticato l’età dell’oro che negli anni Sessanta videro i trionfi olimpici e mondiali del duo padovano Beghetto-Bianchetto, il tandem che fece sognare gli appassionati con gli ori di Roma ’60 e Tokio ’64, e poi Dino Zandegù, Massimo Strazzer, fino ad arrivare ai trionfi di oggi di Elia Viviani, a cominciare dall’oro olimpico di Rio de Janeiro. Su pista o su strada, il Veneto del pedale non ha mai fatto mancare il suo apporto e tra poco avrà la possibilità di vedere all’opera i più grandi campioni internazionali”.

  “Oggi per il ciclismo è una festa – ha ricordato dal canto suo Igino Michieletto – per la posa della prima pietra ma anche per i lavori che sono già iniziati e che si concluderanno per la fine del 2020 e forse anche prima. Una situazione positiva che va a colmare una lacuna causata delle situazioni che si sono crete con il blocco del Velodromo di Montichiari. Per il ciclismo veneto è un giorno importante. Una festa che si sarebbe potuta celebrare prima a causa dei pesanti ritardi burocratici che si sono verificati ma, al di là di questo, siamo contenti e guardiano avanti con grande fiducia”. 

  Il velodromo coperto di Spresiano avrà seimila posti ed è stato progettato per rispondere ai più elevati standard tecnici internazionali e potrà ospitare ogni tipo di evento, mondiale, europeo, o olimpico che sia. La progettazione ha tenuto conto di molti fattori di fruibilità e di rispetto dell’ambiente; ha un sistema di aerazione pensato su misura sulle esigenze di respirazione degli atleti, un impianto fotovoltaico da 308 KW, una dislocazione sul terreno pensata per ridurre al minimo l’impatto visivo e portare al massimo la compatibilità con l’ambiente circostante.

Francesco Coppola